È morto Flavio Carboni: il suo nome è stato accostato ad alcuni dei più grandi misteri della storia italiana.
È morto all’età di 90 anni Flavio Carboni, un uomo al centro di alcuni casi che hanno fatto la storia dell’Italia. Al centro di diversi scandali, Carboni avrebbe ricevuto una sola condanna definitiva, quella per il crac del Banco Ambrosiano. Sarebbe stato condannato a otto anni e sei mesi di detenzione. Ma il faccendiere dei misteri è stato accostato ad episodi ancora più gravi, come ad esempio l’omicidio di Roberto Calvi, noto banchiere. Carboni fu assolto per mancanza di prove.
“È stato al centro della cronaca per 50 anni ma con una sola condanna definitiva per la vicenda legata alla bancarotta del Banco Ambrosiano“, sono le parole dell’avvocato Renato Borzone. “E’ stato perseguitato da accuse dietrologiche e surreali, come nel caso del processo per la morte di Roberto Calvi, nei confronti delle quali ha dimostrato la sua innocenza. Non era San Francesco ma tuttavia è stato sempre stato considerato un personaggio misterioso che in realtà non era“.
Chi era Flavio Carboni
Il primo arresto risale al 1982, quando viene fermato in Svizzera. Per le autorità diventa un personaggio degno di attenzione per il suo improvviso boom economico. In poco tempo si arricchisce in maniera considerevole diventando uno dei personaggi principali dell’economia italiana e non solo, con interessi nel mondo dell’imprenditoria e dell’editoria. E intanto il nome di Carboni inizia ad intrecciarsi con alcune vicende della storia italiana. Vicende poco chiare.
Il sequestro Moro
Di Carboni si è parlato anche per i suoi contatti con esponenti della Banda della Magliana e per le sue relazioni con la Mafia. Il nome del faccendiere emerge addirittura nel caso Moro. La storia racconta che Carboni, nei giorni del sequestro, si sarebbe offerto come mediatore. Avrebbe voluto, si racconta, rivolgersi alla mafia per risolvere la questione. Poi, sempre secondo le cronache, il passo indietro. La mafia non sarebbe stata intenzionata ad aiutare Moro.
Carboni è un uomo che si muove sul filo del rasoio. Sempre nel mirino degli inquirenti ma con poche condanne definitive alle spalle. Vive nel limbo, nel mistero. Sappiamo che ha avuto modo di conoscere con Francesco Pazienza, agente segreto di un certo rilievo, e con Licio Gelli, capo della P2. L’effettivo rapporto con Licio Gelli in realtà non è mai stato chiarito definitivamente, anche perché con Carboni ci si muove tra storia, storie, cronaca, miti e leggende.
Il caso Orlandi
Sfogliando il libro della storia d’Italia troviamo il nome di Carboni anche nel caso della scomparsa di Manuela Orlandi. Nel 2010, infatti, il faccendiere è stato ascoltato nella speranza che potesse fornire informazioni utili alla luce dei suoi rapporti nel Vaticano e con alcuni esponenti della Banda della Magliana.